Cambiano le regole per l’utilizzo dei condizionatori nei luoghi pubblici: arrivano i limiti alle temperature.
Addio temperature polari in estate e tropicali in inverno: anche i condizionatori avranno dei limiti. Almeno nei luoghi pubblici. Cambiano le regole per l’utilizzo dei condizionatori in questo periodo di crisi energetica. E per chi contravviene alle nuove normi, sono previste delle sanzioni salate. Questa la principale novità presente con un emendamento nel decreto Bollette, voluto fortemente da due parlamentari del Movimento 5 Stelle per contrastare sia il caro energia che il consumo eccessivo di gas.
In vista della prossima estate arrivano dunque nuove limitazioni per gli edifici pubblici, a partire dal 1° maggio. Non sarà più possibile mettere i condizionatori al minimo o i riscaldamenti al massimo. Bisognerà invece cercare di mantenere temperature sufficienti a garantire un ambiente vivibile. Scopriamo insieme le nuove regole.
Quali sono i nuovi limiti previsti nelle regole per i condizionatori
Entrare in un edificio pubblico d’estate e sentire freddo non sarà più possibile. Dal 1° maggio la temperatura dei condizionatori non potrà essere inferiore ai 27 gradi, con un margine di tolleranza di due gradi che porta il limite reale a 25 gradi. In sostanza, a prescindere dalla temperatura esterna, nelle scuole, negli enti locali o in ogni altro edificio pubblico non si potrà scendere al di sotto di tale temperatura. Una nuova regola che sarà valida almeno fino al 31 marzo 2023.
Ma cambiano le regole anche per quanto riguarda i prossimi mesi invernali. Anche i riscaldamenti non potranno infatti salire sopra una soglia ben definita. Tale soglia è stata fissata in particolare in 19 gradi con due di tolleranza (il limite reale è quindi di 21 gradi). Gli unici edifici pubblici che verranno esentati da queste nuove regole sono gli ospedali, le case di cura e tutti quelli utilizzati per la sanità pubblica.
Nuove regole per i condizionatori: le sanzioni previste
Possono sembrare limiti severi, ma l’attuale crisi energetica e l’evidente spreco di risorse degli ultimi anni (complice una mancata pulizia adeguata dei filtri) hanno portato il governo a cercare una soluzione per evitare di rendere ancora più grave la situazione per l’intero Paese.
Ovviamente, per garantire che tutti i locali pubblici si adeguino alle nuove regole, verranno effettuati dei controlli a campione da parte degli ispettori del lavoro. Chi non verrà trovato in linea con i nuovi limiti potrà incorrere in sanzioni amministrative che vanno dai 500 ai 3000 euro.